Una nuova vita per il vecchio rifugio Gastaldi

In una giornata limpida e calda, che ha visto i residui glaciali fondersi più velocemente del normale, sabato 9 settembre è stato inaugurato il riallestimento del vecchio rifugio Gastaldi.

I lavori di rinnovo, coordinati dal CAI Torino e dal CAI Piemonte in collaborazione con la gestione del rifugio, sono stati realizzati grazie al sostegno dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale – ARPA Piemonte. Gli interventi, condotti in seno al progetto di valorizzazione del bacino glaciale della Bessanese, hanno riguardato principalmente l’ottimizzazione di funzionalità tecniche e impiantistiche e il riallestimento di tre ambienti del rifugio vecchio: la sala che ospita la sede distaccata del Museomontagna e due sale adibite ad attività di formazione organizzate dall’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall’ARPA Piemonte e dal Comitato Scientifico CAI Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.

Alla breve cerimonia inaugurale, oltre all’attuale gestore Roberto Chiosso, hanno presenziato Guido Nigrelli, naturalista, ricercatore al CNR-IRPI di Torino e divulgatore scientifico, che studia da anni le relazioni tra clima e processi morfodinamici in ambiente alpino, Secondo Barbero direttore di Arpa Piemonte, Bruno Migliorati presidente del CAI piemontese, Daniela Berta, direttrice del Museo della Montagna di Torino, Francesco Tresso, assessore della città di Torino, Gianni Castagneri, Sindaco di Balme, oltre a numerosi rappresentanti delle sezioni Cai e di esperti scientifici direttamente coinvolti nel progetto di ricerca.

Gli interventi delle personalità presenti hanno evidenziato come «l’area della montagna simbolo della Val d’Ala viva un crescendo di attenzioni turistiche e scientifiche, con il sempre più conosciuto trekking transfrontaliero della Bessanese e con l’attività di molti enti concentrati a studiarne le sue peculiari caratteristiche e attrattive ambientali, paesaggistiche e storiche».

L’inaugurazione dei nuovi spazi

Dalla collaborazione tra questi soggetti hanno preso consistenza una serie di progetti di ricerca scientifica e di monitoraggio ambientale, climatologico e geomorfologico attuati tramite rilevazioni in loco effettuate con un’apposita rete di sensori, procedure innovative e webcam.

La base di dati ottenuta ha consentito di studiare nel tempo l’evoluzione e di richiamare l’attenzione sul loro significato da parte della comunità scientifica tramite pubblicazioni e del pubblico più vasto mediante azioni di divulgazione.

«Allo scopo di potenziare e coordinare queste attività – ha illustrato Daniela Berta, direttrice del Museomontagna – nella struttura del rifugio Gastaldi vecchio, risalente nella sua prima versione al 1880, già in uso come bivacco invernale e anche sede distaccata del Museo Nazionale della Montagna, è stata realizzata la Saletta del Presente – deputata alla formazione scientifica accademica per studenti, tesisti, borsisti e alla formazione sul campo degli Operatori Naturalistici Culturali del Club Alpino Italiano – ed è stato rinnovato l’allestimento dello spazio museale dedicato alla storia dell’alpinismo locale, in collaborazione con la Società Storica delle Valli di Lanzo e con immagini del Centro Documentazione Museomontagna, della Biblioteca Nazionale CAI e dell’archivio dell’Ecomuseo delle Guide Alpine “Antonio Castagneri” di Balme».

Gli amministratori locali hanno rimarcato «la soddisfazione e l’orgoglio per come un piccolo villaggio sia diventato grazie a una rete di collaborazioni di qualità e a un virtuoso connubio tra pianura e montagna, oggetto di attenzioni, investimenti e comunicazione di assoluta rilevanza. In un’epoca di trasformazioni climatiche le iniziative avviate al rifugio Gastaldi vanno viste come un’opportunità rivolta a chiunque. Altri progetti che dovessero aggiungersi non potranno che essere accolti con favore e entusiasmo dal più alto comune delle valli di Lanzo».

A partire dall’autunno, sarà inoltre visitabile nella sede torinese del Museomontagna, al Monte dei Cappuccini, la rinnovata area espositiva permanente dedicata al rifugio Gastaldi, che offrirà un collegamento continuo e diretto con la nuova webcam del rifugio e la possibilità di presentare i progetti di ricerca e i dati rilevati in loco da CNR – IRPI e ARPA, al fine di offrire uno sguardo alla montagna del presente e alle sue urgenze ambientali attraverso il lavoro di enti scientifici qualificati. (gc)

Tratto da Barmes news 61 (gennaio 2024)

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