Le ore del campanile

Borgata Li Fré

Raccontavano i vecchi che una volta dai Fré, antica borgata mineraria nel vallone di Servìn, si poteva leggere l’ora del campanile. Condizione oggi impossibile, visto che il promontorio dell’Arbousätta, provocato dallo scivolamento di un’immensa frana che formò anche il vallone della Coumba, costituisce un impedimento naturale, insuperabile alla vista. Mentre nulla sappiamo a riguardo della frana e qualche riserva possiamo avanzare sulla trasmissione della memoria orale, siamo invece certi che quando L’ Arcivescovo di Torino Giambattista Roero di Pralormo il 5 agosto del 1752 giunse in visita pastorale a cavallo di una mula da Pessinetto, relazionò che erano in corso i lavori per la costruzione di un nuovo campanile, a spese della Comunità. Un’altra torre campanaria, posta a sinistra dell’ingresso della vecchia chiesa parrocchiale, era già esistente ed era dotata di tre campane appartenenti sempre alla Comunità.

Il 22 agosto del 1769 fu il giovane e zelante Arcivescovo Francesco Rorengo Luserna di Rorà a recarsi in visita pastorale. Nel suo implacabile giudizio sulla chiesa parrocchiale, giudicata vecchia e inadatta alle esigenze, riportava come anche il campanile sia “ruinoso” e aperto a tutti. Sarà lui stesso a promuovere l’edificazione di una nuova parrocchiale, addossandosi anche le relative spese di costruzione e l’impegno di consacrarla in una sua visita particolare il 13 agosto 1775. Del campanile sappiamo solo che venne ultimato nel 1773, e probabilmente venne utilizzato esclusivamente per le funzioni ecclesiali e non per segnare le ore. E’ infatti nel 1825, che un orologio acquistato in un convento sul Cenisio, viene collocato sulla torre campanaria. A quell’epoca, il Convitto esistente al Moncenisio, attualmente abbattuto e le cui rovine si trovano sotto il lago, venne lasciato dai monaci che scesero all’Abbazia della Novalesa e vendettero per il restauro della stessa gli oggetti della precedente residenza.

Il trespolo a quattro piedi in robusto legno di larice che sorreggeva  il pesante meccanismo, porta incise le iniziali PGC e la data 1847.

Di nuovo il 6 di settembre del 1896, il consiglio comunale di Balme si espresse a favore dell’acquisto di un nuovo orologio dalla ditta Granaglia di Torino, da installarsi sul campanile, pagandolo con la vendita di alcuni larici da abbattere in località Pian Bosco. All’anno successivo, 1897, risale anche la ristrutturazione del campanile.

Il 12 settembre 1915 si verificò purtroppo una gravissima disgrazia: Giovanni Battista Castagneri Piciutìn, intento a suonare le campane per un funerale all’interno della cella campanaria, sbatté violentemente il capo contro la campana più piccola, rimanendone ucciso all’istante.

Se inizialmente i quadranti dell’orologio erano soltanto due ed erano indirizzati verso le borgate maggiormente abitate, il capoluogo e i Cornetti, nell’estate del 1945, appena finita la guerra, si dotò la torre di un nuovo quadrante, rivolto alla parte inferiore del paese e contemporaneamente si provvide a rinfrescare anche gli altri.

Nell’estate del 2000 su iniziativa del Comune il campanile, avvolto dai ponteggi, sarà completamente restaurato e ridipinto, inclusi i diversi quadranti. Nel 2005 il sistema di suoneria del campanile verrà modificato per essere attivato elettronicamente e di nuovo, nel 2008, giungerà il pensionamento del vecchio ingranaggio di funzionamento dell’orologio a carica manuale, sostituito con un automatismo elettrico.

Il 24 settembre 2014 infine, l’intero pesante meccanismo verrà calato all’interno della torre campanaria per essere ripulito e giungere in tempo, è il caso di dirlo trattandosi di un orologio, per essere mostrato al pubblico in occasione della successiva ricorrenza di Ognissanti.

Gianni Castagneri

Tratto da Barmes News n. 43 (gennaio 2015)

Lascia un commento